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Napoli: Ancelotti, i suoi primi sei mesi in azzurro e l’irresistibile coerenza del leader

17/01/2019

Napoli: Ancelotti, i suoi primi sei mesi in azzurro e l’irresistibile coerenza del leader

La lunga sosta post natalizia è terminata, il 2019 è cominciato sotto i migliori auspici, grazie al 2-0 inferto ad un Sassuolo annichilito più dal freddo che dalla brillantezza del gioco azzurro, e il Campionato del Napoli riprenderà domenica sera con la prima di ritorno. La squadra di Mister Ancelotti affronterà al San Paolo una Lazio che si annuncia tonica e motivata e la marcia di avvicinamento alla partita prosegue sui consueti canoni, in quel di Castel Volturno: allenamenti quotidiani, clima rilassato e tanta concentrazione.

Eppure abbiamo tutti la sensazione che si tratti di una vigilia diversa, nonostante la classifica di Serie A, con quei nove punti di distacco dalla capolista, sembri già pronta ad emettere i suoi scontati verdetti.

Ciò che è cambiato rispetto alla vigilia di Lazio-Napoli di metà Agosto, quando l’attenzione dell’ambiente partenopeo era tutta rivolta al debutto di Ancelotti sulla panchina azzurra, è semplicemente la consapevolezza. I calciatori, l’ambiente societario, l’universo mediatico che degli azzurri racconta quotidianamente le gesta, hanno tutti rapidamente imparato a conoscere il modus operandi del tecnico di Reggiolo: realismo, pragmatismo, conoscenza dei limiti di questo Napoli, ma anche del suo enorme potenziale. E’ di questo che tutti, all’ombra del Vesuvio, ci siamo accorti.

L’allenatore pluridecorato che accettava la sfida e prendeva il timone di una squadra dalla fisionomia molto ben definita, e con esso il rischio di calarsi in una realtà non propriamente da Club d’élite, ha ben presto assunto il pieno controllo delle operazioni, ha messo la sua enorme esperienza al servizio dei calciatori e soprattutto ha fatto capire a tutti -dentro e fuori dalle mura di Casa Napoli- che il “modulo”, nel calcio che conta, non può essere un dogma.

Nel volgere di soli sei mesi, giusto quelli che sono passati dal raduno di Dimaro, Carlo Ancelotti ha mostrato ad addetti ai lavori e appassionati, che lo schieramento della squadra in campo è e resta uno strumento, un mero “passaggio logico” per giungere allo scopo unico (quello sì, immutabile) del mettere la palla alle spalle del portiere avversario. Quello che ha spiegato ai suoi uomini, e che la squadra ha mostrato in campo nella prima metà della stagione, ha costretto chiunque fosse abituato a far di conto col 4-4-2 e col 4-2-3-1 a mettere in dubbio ogni sua convinzione. Ed è stato un esercizio impegnativo e divertente, provare ad interpretare le scelte tattiche del Mister, partita dopo partita e ancora di più a match in corso. Tutto è relativo, insomma, per Carlo Ancelotti. Di costante resta solo l’obiettivo, non importa (Vivaddio!) in quale competizione si stia esibendo il suo Napoli. Questa è dunque una vigilia diversa semplicemente perché siamo al cospetto di un Napoli diverso.

E non si tratta di turn-over, o almeno non esclusivamente di quello. Il Napoli cambia costantemente approccio, sistema di gioco e disposizione, prima ancora che uomini. Spesso vince, a volte non ci riesce e a volte, com’è successo nelle sue ultime prestazioni, vince non convincendo. Ma gioca, prova sempre a sorprendere l’avversario e tende costantemente alla vittoria. Un modo di fare, di giocare al calcio, intriso ormai della filosofia di Ancelotti, che riesce a coinvolgere ed entusiasmare a prescindere dal modulo e dalla competizione nella quale si trova a giocare la squadra, com’è stato dimostrato una volta di più dalla partita di Coppa Italia contro il Sassuolo. Un Napoli che ha imparato a mutare senza perdere in coerenza, senza deficit di personalità. Una coerenza che resta tale, come resta spesso fissa l’espressione del Mister mentre scruta i suoi calciatori che si allenano. Il Campionato riparte da Napoli-Lazio, e il Napoli riparte dal suo Leader. 

Carmine Ciniglia

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