Se non fosse stato annunciato ad alta voce che il Napoli sarebbe stato in grado di competere per la vittoria, oggi non ci sarebbe niente da ridire per il rendimento degli azzurri. Gli uomini di Ancelotti, infatti, sono primi nel girone di Champions League e quarti in campionato: in piena corsa, rispettivamente, per accedere agli ottavi di finale e per guadagnarsi il pass per la massima competizione continentale.

Tuttavia, la società partenopea ha investito come mai forse nell'era De Laurentiis e, soprattutto, seguito il proprio allenatore per allestire una rosa "pronta" per tagliare traguardi prestigiosi nel breve termine. Tutto però rischia di essere vanificato, se non verrà acquisita la costanza necessaria da dimostrare sul campo.

E sul rettangolo di gioco i conti sembrebbero non tornare: talvolta assenze di idee, bilanciamento ed alcune incongruenze tattiche si sono palesate inaspettatamente. Perché sarebbe stato lecito, per tifosi ed addetti ai lavori, attendersi chiarezza tecnico-tattica nel secondo anno di gestione di "Re Carlo" sul suo Napoli. Ma l'organico ha mostrato tante difficoltà con Cagliari, Brescia, Genk e Torino, gare oggettivamente tutte alla portata degli azzurri.

Il recente periodo, condito da qualche punto interrogativo, è probabilmente dovuto tanti fattori, che hanno pesato ognuno a proprio modo: mediocre stato di forma di alcuni giocatori-chiave; mentalità da migliorare; modulo di gioco da assestare. La cosiddetta "vecchia guardia" ha faticato tanto in questa prima porzione di stagione, al contrario di parte dei nuovi innesti: Di Lorenzo il migliore contro tutti i pronostici, ma anche Manolas ed Elmas hanno ben figurato; soltanto Lozano fin qui è stato sorprendentemente impalpabile. Koulibaly, Allan e soprattutto Ghoulam più indietro. L'ex Udinese, tuttavia, sembrerebbe essersi ripreso mentre l'algerino non è al meglio della condizione.

Ed è qui che entra fortemente in gioco la figura di Carlo Ancelotti. Il blasonato allenatore dovrà trasmettere ai suoi calciatori nuove certezze a cui aggrapparsi, come un tipo di calcio congeniale e funzionale ad una determinata identità tattica da assumere. Gli azzurri in qualche circostanza hanno smarrito la  personalità, la grinta ed anche quel mordente che li ha spesso portati ad osare e giocare un calcio spregiudicato quanto efficace.

Il Napoli, insomma, si trova in un'impasse da cui sarà chiamato ad uscire per crescere e riprendere a (rin)correre. Tutto è ancora in gioco, ovviamente ma Juventus ed Inter hanno cominciato al meglio; l'Atalanta è una realtà calcistica consolidata e Lazio e Roma non sono da sottovalutare. I partenopei, dunque, dovranno guardare in avanti e alle loro spalle per non lasciare altri punti per strada. 

Alessandro Alberto Di Porzio