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29/05/2013
Libri: Cecità di Jose Saramago. Il buio che attanaglia il cuore
Fermo ad un semaforo un uomo si accorge che all'improvviso non vede più. In preda al panico si precipita a casa e quindi da un oculista per tentare di capire cosa sia accaduto: è sprofondato in una cecità bianca, immerso in una luminosità che fa perdere i contorni alle cose. Nello studio del medico incontra altre persone: un bambino strabico, un uomo con un occhio coperto da una benda, una ragazza che indossa un paio di occhiali scuri.
Sottoposto a visita, l’esito è disastroso. Lo specialista non riesce a comprendere quale sia questa nuova e sconosciuta patologia e, a peggiorare la situazione, tutti coloro che erano nella sala d'attesa si ritrovano ben presto in analoga situazione, compreso il dottore.
Il Governo non riesce a trovare altro da fare che chiudere nell'ex manicomio della città i ciechi, per evitare un eventuale contagio della rimanente popolazione. Ma l'dea non sortisce l'effetto sperato perche' l’inevitabile accade. La capitale e l'intero paese si ritrovano contagiati da questo misterioso male, un’autentica epidemia, la cui origine è sconosciuta.
La moglie del medico, sebbene non sia stata colpita dalla cecità si è fatta rinchiudere nella struttura, pur di non abbandonare il consorte e diventa, per l’intero gruppo, cioe’ i pazienti della sala d’attesa, l’unica speranza alla quale aggrapparsi
In una città, mai identificata dallo scrittore, e in un tempo non precisato, l'uomo che si muove in questo spazio surreale creato da Josè Saramago, diventa una bestia per cui vige il detto: "mors tua, vita mea".
Come era intuibile, nell'ex manicomio fanno capolino soprusi, ingiustizie e tirannia. Non esistono più legami di parentela e valori come l’amicizia. Dalla paura scaturisce l'egoismo e l'istinto di sopravvivenza “incita” ciascuno a muoversi alla ricerca del cibo. Le azioni più riprovevoli assurgono a cose normali in un contesto non sottoposto più ad alcun controllo.
Il concetto di solidarietà, rappresentato nel romanzo, emerge grazie alla figura della moglie del medico, che si annulla per il bene del gruppo.
La storia narrata nel 1995 da Saramago, autore portoghese che vinse il Premio nobel per la letteratura nel 1998 non è il racconto di un'epidemia, ma la storia di anime vaganti, incentrato sull'uomo e sul suo lato peggiore, sulle cecità di cui è vittima pur non perdendo la vista, quando si rinchiude in se stesso e sulle proprie necessità.
Siamo di fronte alla riduzione dell'uomo al suo stato primordiale, dal quale emergono in maniera significativa le sue peggiori peculiarità, quelle che fanno perdere di vista i veri valori della vita.
Giuliana Scamardella
