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Libri: Le rane di Mo Yan

27/07/2013

Libri: Le rane di Mo Yan

Qualche decennio fa, a Gaomi, nella provincia dello Shandong, in Cina, ove è ambientato il romanzo, era in voga un'usanza a dir poco particolare per coloro i quali risiedono nel mondo occidentale: ai bambini venivano impartiti nomi inerenti alle singole parti del corpo umano.

Tale abitudine trova probabilmente origine dal fatto che si riteneva che chi avesse un nome umile poteva vivere più a lungo, o anche perche' cio' poteva rappresentare un senso di maggiore vicinanza con la madre.

Wa Zu, Wan il Piede, è il narratore interno alla storia e decide di raccontare, attraverso una serie di lettere rivolte ad un personaggio importante, le vicende della zia, Wan Xin, Wan il Cuore.

Già i nomi sembrano racchiudere in sé il destino di questi personaggi. Wan Xin è adorata nel suo paese come la dea della fertilità, Niangniang; da quando ottenne il titolo di ostetrica, le mammane del villaggio persero il lavoro e con esso, la reputazione di cui godevano presso le donne.

L'ostetrica riusci' a far vedere la luce a migliaia di bambini e con la sua bicicletta percorreva tutta la zona di Gaomi e dintorni. Ma questa immensa soddisfazione fu soppiantata da un'altra fede, quella del partito cui apparteneneva e la cui dura e arida politica, inerente al controllo demografico delle nascite, trovò in lei una convinta sostenitrice, al punto tale che agli occhi delle persone che prima l'adoravano, divenne una strega cattiva, pronta a tutto pur di far rispettare i dettami politici.

Aborti e vasectomie divennero per lei una consuetudine e le misure repressive adoperate colpirono anche membri della famiglia: in particolare la vita di Wan Zu cambierà radicalmente e la sua storia sarà intrecciata a quella della zia.

La campagna per il controllo demografico, motivata dal fatto che la popolazione cinese cresceva in misura sproporzionata rispetto agli altri paesi, duro' poco meno di un trentennio, dalla metà degli anni Sessanta ai primi del Novanta. La levatrice, che senza porsi tante domande, intransigente e severa, aveva eseguito gli ordini del partito, iniziò a rivalutare tutta la sua storia, soprattutto in seguito ad un episodio.

Un sera, complice forse un bicchiere di troppo, decise di ritornare a casa e, senza accorgersene si ritrovo' nel bel mezzo di acquitrino.

La luce della luna le consenti' di vedere delle ombre e di ascoltare un’intermittente gracidio di rane e rospi, che le parve quasi come un crescendo di singhiozzi e di pianti dei piccoli neonati mai nati. Questa esperienza la indusse ad una rifessione, perche' quelle voci avevano un senso di risentimento, come se le volessero urlare il torto subito.

L’ostetrica è un personaggio tragico, che non suscita solo totale disapprovazione nel lettore, ma anche un grande senso di compassione e comprensione.

È il racconto di un’epoca, di un Paese e delle sue contraddizioni, e la descrizione appare ancora più emozionante perche' esternata da un suo abitante, Mo Yan. Il premio Nobel per la Letteratura nel 2012 è stato, a giusta ragione, attribuito all’autore che, con i suoi pensieri, espressi in maniera semplice e scorrevole, è riuscito nell'intento di rendere credibile il racconto, nella sua interezza. L’autore delinea a fondo la psicologia non solo dei protagonisti, ma anche dei numerosi personaggi che popolano il romanzo, e che sono davvero figure a tutto tondo e simboli di valori.

Giuliana Scamardella

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