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NAPOLI E L’ITALIA, UN AMORE GRANDE..

11/06/2014

NAPOLI E L’ITALIA, UN AMORE GRANDE..

Le temperature tropicali hanno ormai investito tutta Italia, i diciottenni palpitano anche quest’anno in vista dei famigerati esami di maturità e di ora in ora si moltiplicano, attraverso ogni mezzo di comunicazione, le più disparate ipotesi di calciomercato. Tutto come da consolidato, italico copione estivo. Tutto già visto, se non fosse che domani, puntuale e ciclico come una cometa, arriva il Campionato Mondiale di Calcio a risvegliare il sopito patriottismo sportivo di tutti noi, dalle Alpi a Lampedusa.

Ebbene sì, domani sera si aprirà la corsa al massimo trofeo FIFA, e anche stavolta l’Italia partirà da protagonista, pur senza i favori del pronostico.

Prima però di tuffarci anima e cuore nella nuova avventura mondiale dei quadricampioni Azzurri, vogliamo tornare col pensiero al nostro “Tempio”, al San Paolo di Fuorigrotta, in queste settimane regno incontrastato di giardinieri e piccioni, che ne curano il manto erboso, difendendolo dalle insidie della siccità. E lo facciamo ricordando due tra le più importanti partite che la nostra Nazionale ha giocato tra le sue mura, avvolta dal tifo sempre caldo e sempre sincero dei supporters partenopei.

La “madre di tutte le sfide” non può che essere quella Semifinale di Coppa del Mondo che gli Azzurri giocarono da padroni di casa a Fuorigrotta, in uno stadio stracolmo e vestito a festa, durante “Italia 90”, proprio contro –ironia del pallone- l’Argentina di Diego Armando Maradona. Da non trascurare, però, anche lo spareggio-qualificazione alla fase finale degli Europei 1988. Due serate entrate nella storia del calcio Azzurro. Una perdente e l’altra trionfalmente vittoriosa, ma entrambe segnate dal calore impareggiabile della torcida napoletana.

Cominciando proprio dalla partita più datata, Italia-Svezia, quella che consegnò all’Italia di Azeglio Vicini le chiavi della qualificazione a Euro ’88 (gli Europei che consacrarono l’Olanda di Van Basten e Gullit), ricordiamo che si giocò davanti a oltre settantacinquemila spettatori nel pomeriggio del 14 novembre 1987, e che nella formazione scesa in campo con la maglia Azzurra erano presenti ben tre calciatori del Napoli: Ferrara, De Napoli e Bagni. In attacco, arrivati dritti dritti in Nazionale maggiore dall’Under 21 assieme al CT, c’erano i “gemelli del gol” Mancini e Vialli.

E proprio una doppietta di quest’ultimo consentì agli Azzurri di sorpassare definitivamente la Svezia nella classifica del girone di qualificazione grazie a quel sudatissimo 2-1, e di arrivare in tutta tranquillità alla sfida finale contro un Portogallo già fuori dai giochi, che fu asfaltato con un secco 3-0. Qualificazione fu, e gli Azzurri volarono in Germania.

Di quella partita si ricorderà soprattutto la spinta impressionante che il Pubblico del San Paolo seppe dare alla Nazionale, quando questa si trovò in seria difficoltà, dopo il pareggio di Larsson per gli svedesi, che avrebbe qualificato gli scandinavi ai danni dell’Italia. E non ci si scorderà neanche dell’esultanza scatenata di Vialli al momento del gol del sorpasso, che creò un feeling tutto suo col tifo partenopeo, mai più interrotto nonostante i diversi dispiaceri che l’attaccante blucerchiato diede negli anni successivi agli stessi tifosi azzurri, con le sue squadre di club. Napoli ama e, come spesso viene ricordato, mai più dimentica.

E come dimenticare la “notte magica” (che magica più non fu) dei Mondiali Italiani? Era il 3 Luglio 1990, e per i tifosi partenopei non fu una serata qualunque.

E’ innegabile che il cuore di ogni tifoso del Napoli quella notte fu dilaniato dal dubbio amletico tra parteggiare per la propria Nazionale, che si giocava una Finale Mondiale, o per il proprio leader indiscusso, il paladino di ogni battaglia, il Pibe de Oro, figlio prediletto di quella Napoli..e anche della Napoli di oggi.

Com’era giusto fare, la stragrande maggioranza dei tifosi e degli sportivi che gremivano gli spalti, sostenne dal primo all’ultimo minuto la Nazionale Azzurra. Ma certo non mancò di tributare all’Albiceleste capitanata da Re Diego il più sportivo, il più benevolo degli applausi a fine gara, quando l’Argentina ebbe ragione dei nostri (ma solo ai calci di rigore) dopo una sfida tiratissima finita 1-1 grazie ai gol di Schillaci e Caniggia.

Ancora una volta, anche quella volta, il binomio amarezza-sportività seppe trasformarsi, nel mitico catino del San Paolo, in un battito unico di quasi settantamila cuori; in un solo, scrosciante applauso.

Contuniamo a domandarci tutt’oggi, a distanza di 24 anni, in quale altra realtà sociale, in quale altra città del Mondo tutto ciò possa succedere, se non qui, all’ombra del Vesuvio. Forza Azzurri, dunque. Napoli come sempre è con voi. 

Carmine Ciniglia

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