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17/03/2012
Leggere..perche' ?
Il verbo leggere non vuole l’imperativo. O meglio, si legge a scuola, si leggono le istruzioni dei medicinali, e-mail e tutto ciò che può riguardare il proprio lavoro. Ma leggere romanzi, saggi e poemi, non è un obbligo. Il mio primo romanzo è stato “L’amico ritrovato” di Fred Uhlman, direte
che malinconia, che noia, che tristezza quella storia di un’amicizia troncata a causa della Guerra…ma mi piacque così tanto immergermi in una realtà diversa, che da allora non ho smesso più. A volte è come una droga, quando un libro mi prende non riesco a staccarmi e lo apro nei pochi momenti vuoti della giornata, mi accanisco al punto da non alzare la testa in metropolitana rischiando di non scendere alla mia fermata; o di sera, prima di dormire, quando mi lascio accompagnare per mano verso il mondo dei sogni da Allende, Baricco, Coelho…Mi sono chiesta
spesso cosa ci trovo nello spiare la vita altrui, nel percorrere il filo intrecciato della trama e nel sentirmi soddisfatta o delusa arrivata all’ultima pagina. Per quanto una vita, la mia vita, possa essere piena di senso e di esperienze, non riuscirò mai a vivere tutto ciò che vorrei, non riuscirò mai a provare le sensazioni e le emozioni che in determinate situazioni l’uomo ha vissuto e vive. E allora leggere è come camminare nelle scarpe di qualcun altro, pensare con la testa di chi ha scritto, è aprirsi a qualcosa di diverso che inevitabilmente mi arricchisce. La curiosità è donna, direte, e di conseguenza anche la passione per la lettura. Per chi pensa che la letteratura sia per le donnette, mi dispiace far presente che era il pensiero degli uomini d’armi del passato: ciò che contava era l’azione e tutto ciò che riguardava l’interiorità era una perdita di tempo. Non stupitevi se questa critica fu mossa anche a Boccaccio…la sua fu definita letteratura per le donne, che finalmente istruite potevano accostarsi a quello che era definito un passatempo. Daniel Pennac parla dei diritti del lettore: non leggere e preferire un brutto telefilm, saltare le pagine, leggere l’ultima, non finire il libro, leggerne diversi contemporaneamente, rileggerne qualcuno (cosa consigliata, perché in base
al nostro stato d’animo e alla condizione che viviamo in quel momento risultiamo più sensibili ad aspetti magari ignorati in precedenza), il diritto di leggere qualsiasi cosa e ovunque…Ce n’è per tutti insomma, non siamo tenuti a seguire alcuna regola per accostarci a questo universo variegato che è la lettura. Non aspettate sempre l’estate per aprire un libro… Sono certa che per ciascuno ci sia un personaggio, una storia, un luogo in cui riconosce se stesso, lo trasforma nel profondo e diventa la sua storia.
Giuliana Scamardella
