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Il dilemma del lunedì dell’Angelo

08/04/2012

Il dilemma del lunedì dell’Angelo

Il lunedì successivo alla Pasqua si chiama dell’Angelo in ricordo dell’incontro di questi con le donne fuori al sepolcro dove era seppellito Cristo. Ma da cosa deriverebbe la tradizione di trascorrere questa festività in compagnia e un po’ distante dalla propria casa? Lo stesso giorno della Resurrezione, Gesù apparve a due discepoli diretti ad Emmaus, poco distante da Gerusalemme. Per ricordare quel viaggio (in realtà se n’è persa la memoria come la maggior parte delle tradizioni), c’è l’usanza di pranzare con amici e parenti, di fare una passeggiata fuori le mura della propria città.
Il primo dubbio che si affaccia alla mente prima di Pasqua è: parto o no? Perché anche se il detto vuole che si passi “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”, c’è chi preferisce sempre fare festa in famiglia. Allora si passa allo step successivo: sto a casa di domenica, ma il lunedì voglio andare in
un bel posto per rilassarmi e divertirmi. Si fanno giri di telefonate tra amici, fratelli e parenti…dove andare? Un parco giochi? Al mare? In montagna? Si, ok…però partiamo presto perché c’è traffico. Bene allora vediamoci alle 6e30. Ma come? Io domani lavoro, mi sveglio tutti i giorni alle 6e30…non mi voglio stressare, vi faccio sapere. Per i petulanti si decide di restare nei dintorni della città. Pasta al forno, carne e salsicce alla brace, contorni misti. Il tutto innaffiato da un buon vino. Si termina con una bella colomba e uova di Pasqua che i più generosi condividono. Menù deciso, non resta che attendere il giorno X. C’è sempre nel punto d’incontro stabilito quello che ha cambiato idea, arriva trafelato perché per non arrivare a mani vuote è andato a comprare qualcosa.
Si parte. Si crede di essere sempre i più furbi partendo presto. Ma no. Oltre a noi qualcun altro ha pensato bene di partire all’ ”alba”. E poi c’è chi va alla casa al mare, o in un parco con la bici per passeggiare all’aperto, ma resta bloccato, perché la nuvola minacciosa che si presenta puntuale ogni pasquetta incombe. La scelta prediletta dei più è andare in qualche agriturismo, non muoversi tutta la giornata da vicino al tavolo, mentre i bambini urlanti e le loro madri corrono per la sala. Nel tardo pomeriggio, abbandonati banchetti e giochi da tavolo, ci si rimette in macchina, con la promessa fatta a se stessi che l’anno prossimo, sì, me ne vado per tutto il ponte pasquale.
Comunque andrà la vostra giornata, trascorsa in lieta compagnia o stressati dal traffico, stesi sul divano di casa, con la pancia piena e i piedi stanchi, divertiti o irritati, sono certa che quello sarà il momento più bello e più rilassante per ricaricare le pile e ricominciare all’indomani una giornata di battaglia.

Giuliana Scamardella

 

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