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20/04/2012
Libri: LE COSE CHE ABBIAMO IN COMUNE sono un milione e 250
“Un vero bevitore può aprire una bottiglia di birra con qualsiasi oggetto”.....Questo è l'incipit del romanzo scritto da Fabrizio Franceschini, una storia che vi riporterà indietro nel tempo, a spasso negli anni Settanta. Libro ideale per chi vuole rivivere il periodo degli amori giovanili e della vita spensierata.
Siamo nel 1981: Alex, ventenne romano, decide di disertare il servizio di leva e fugge a Copenaghen, da Tom, un amico conosciuto in un precedente viaggio. Qui si lega ad una combriccola di persone molto eterogenea formata da italiani, danesi e algerini. Conosce Annet, una ragazza anoressica che, però, riuscirà a conquistare proprio grazie alla sua abilità culinaria e della quale si innamorerà perdutamente. Abile giocatore di scacchi, vive di espedienti, riuscendo a sopravvivere proprio grazie a questo suo “dono”ed infatti con i proventi guadagnati in tal guisa, riesce a sostenersi.
Intanto a Roma i suoi genitori, pur di ritrovarlo, assoldano un investigatore privato, soprannominato “Il Monco”. Tipo strano, insegue una sola passione: diventare un pittore. Viaggerà per l’Europa in lungo ed in largo, alla ricerca del ragazzo, riuscendo anche ad avvicinare persone a lui vicine. Ma il giovane, di ritornare a casa, non ne ha voglia. Vive in una condizione di assoluta spensieratezza, trascorrendo intere serate con gli amici tra birre e goliardia, senza la benche’ minima preoccupazione. Ma ad un certo punto della storia , sarà costretto ad affrontare una prova davvero ardua.
Dovrà giocare la partita di scacchi più importante della sua vita per aiutare Preben e Rasema a coronare il loro sogno d'amore. Cosa accadrà?
Ironico e appassionante, si manda giù tutto di un fiato proprio come una buona birra.
Buona bevu....ops, scusate, lettura.
Anita Ricca
