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24/07/2016
Gp Ungheria: Lewis Hamilton beffa Rosberg e agguanta la testa del mondiale.
Dopo un’interminabile rincorsa iniziata già alla prima gara, Lewis Hamilton è riuscito, grazie al quinto successo nelle ultime sei gare, ad agguantare la testa della classifica mondiale ed a cambiare l’inerzia di una stagione che per lui sembrava segnata già dopo pochi chilometri. Problemi tecnici a ripetizione ed errori avevano allontanato il britannico dal capoclassifica Rosberg ma grazie ad un’incredibile serie positiva culminata col successo ungherese, Hamilton si è portato a sette punti di vantaggio sul tedesco, che ha sicuramente subito un grosso contraccolpo a seguito della rimonta del rivale.
La gara si è sostanzialmente decisa al via, quando il campione in carica è riuscito a sopravanzare Rosberg sfruttando l’approccio timido avuto dal compagno di squadra nei confronti della prima curva. Da quel momento in poi, malgrado alcune difficoltà di gestione delle coperture soft, il britannico ha letteralmente dominato la competizione, senza mai permettere ai rivali di metterlo seriamente in crisi e ristabilendo subito le distanze ogni volta che Rosberg riusciva a ricucire lo strappo. A Budapest la Mercedes ha mostrato una supremazia assolutamente incontrastata sulla concorrenza, infliggendo distacchi siderali agli inseguitori e arrivano a doppiare tutti, anche più volte, dalla settima piazza in giù.
L’unico motivo di preoccupazione per la casa di Stoccarda (e per Hamilton in particolare) può essere dato dall’enorme numero di componenti già utilizzato in gara a causa dei già citati problemi tecnici avuti ad inizio anno, evenienza che costringerà il campione in carica a subire inevitabilmente qualche penalizzazione per sostituzioni extra. Alle spalle dei due di testa la gara ha vissuto sul duello Red Bull-Ferrari, che ha visto la squadra anglo austriaca prevalere sul team di Maranello con Ricciardo, che ha colto il terzo gradino del podio contenendo la rimonta di Vettel, e con Verstappen, che ha chiuso quinto regolando Raikkonen.
La gara del finlandese va comunque rimarcata per l’ottima tattica adottata, che lo ha visto sfalsare le soste ed anche il tipo di coperture utilizzate rispetto ai rivali e che gli ha consentito di risalire dalla quattordicesima piazzola di partenza, alla quale era stato relegato da un errore di valutazione nel Q2 di ieri. Il passo gara di Raikkonen avrebbe potuto anche permettergli di sopravanzare Verstappen, ma l’olandese è riuscito a contenere gli attacchi del ferrarista, il quale ha chiuso con l’ala anteriore danneggiata a causa di un contatto col rivale, apparso invero un po’ troppo disinvolto nei cambi repentini di traiettoria per difendere la posizione. In ogni caso la direzione gara, oggi impegnatissima nel distribuire penalità per varie ragioni, non ha ritenuto di dover procedere neanche all’esame delle immagini.
Alle spalle dei primi sei, come detto, il deserto. Settimo e già doppiato ha chiuso un positivo Alonso, che ha massimizzato il potenziale della sua McLaren Honda in una pista dove il motore ha poca importanza, mentre ottavo ha chiuso Sainz, davanti a Bottas ed Hulkenberg. Peccato per Palmer, in zona punti con la Renault fino ai 4/5 di gara, quando un testacoda lo ha ricacciato al dodicesimo posto, mentre il compagno Magnussen ha chiuso tre posizioni più indietro.
Unico ritirato Jenson Button, che aveva comunque navigato nelle retrovie sin dai primi giri a causa di un problema al pedale del freno. Lasciata l’Ungheria, il circo della Formula 1 si trasferirà rapidamente in Germania dove la settimana prossima sul tracciato di Hockenheim avrà luogo l’ultima gara prima della lunga sosta estiva nonché la quarta in cinque domeniche di questo luglio faticosissimo.
Francesco De Giorgi
