InfoNapoli24

#
 

Notizie » Sport » Motori

Superbike 2017, riflessioni di metà stagione

26/07/2017

Superbike 2017, riflessioni di metà stagione

La Superbike è giunta alla pausa estiva dopo otto appuntamenti combattutissimi e  ricchi di emozioni, che hanno confermato quello che già era emerso nelle ultime due stagioni: Jonathan Rea è il padrone assoluto del mondiale per le derivate di serie. Il pilota Kawasaki è riuscito infatti a
conquistare ben nove vittorie, cinque secondi posti ed un terzo nelle sedici manche finora disputate, un rendimento eccellente ed incomparabile a quello dei rivali, per i quali il discorso mondiale sembra essere aperto solo a livello formale. Il secondo in classifica è infatti Tom Sykes, compagno
di squadra di Rea che ha decisamente cambiato attitudine in questo 2017. Sopraffatto in termini prestazionali, l’inglese ha infatti imparato a puntare sulla regolarità, che gli ha permesso di finire 11 volte a podio e conquistare due successi parziali, in entrambi i casi approfittando delle disavventure
occorse a Rea.

Il gap di Sykes in classifica è di 59 lunghezze, non poche in vista delle dieci manche ancora da disputare, ma sufficienti a tenere viva una tenue speranza mondiale. Già fuori dai giochi Chaz Davies, punta di diamante della Ducati e vincitore di quattro manche. Il gallese ha dato tutto sé stesso come sempre per cercare di colmare il piccolo gap che ancora oggi separa la sua moto dalla Kawasaki, ma ha ancora mostrato una certa tendenza a commettere errori gravi. Il successo buttato via ad Aragon, la scivolata di Buriram ed il bruttissimo incidente di Misano, che lo ha visto travolto da Rea e costretto a saltare gara 2 per infortunio, uniti alla rottura di Assen lo hanno confinato a 115 lunghezze di ritardo dalla vetta, praticamente la metà dei punti ancora in palio.

Finora deludente Marco Melandri. Il ravennate, al ritorno in pista dopo un anno e mezzo, è sembrato in difficoltà più del previsto con una moto non facilissima come la Panigale. Complessivamente il più lento dei “magnifici 4”, Melandri ha raccolto una sola vittoria a Misano, offrendo la miglior prestazione della stagione sul circuito di casa, mentre in altre occasioni ha rimediato distacchi pesanti dai leader, come a Laguna Seca. Per lui, a 152 punti da Rea, non resta che sperare nei successi parziali per risollevare una stagione altrimenti sottotono. Alle spalle del quartetto di testa, il vuoto. Dietro le Ducati e le Kawasaki ufficiali manca un serio antagonista ed il migliore degli inseguitori è Lowes su Yamaha, unico ad aver colto due podi al di fuori dei primi quattro. Il britannico si è mostrato generoso in ogni condizione, spendendosi sempre al massimo al manubrio di una R1 che domina molti dei principali campionati nazionali ed il mondiale endurance, ma che non riesce ad emergere in quello Superbike, in cui può vantare anche il settimo posto in graduatoria di Van Der Mark.

In mezzo ai piloti dei tre diapason c’è Forés con la Ducati privata del team Barni, frenato da troppe disavventure tecniche ma in sostanza quinta forza in campo. Eccellente l’ottavo posto di Camier con la sua MV Agusta, immarcescibile mezzo che sembra migliorare con gli anni. Disperse finora la BMW e l’Aprilia. La casa bavarese ha potuto contare sostanzialmente sul solo Torres, autore di ottime cose ma senza la giusta continuità, mentre prima Reiterberger poi De Rosa non hanno mantenuto le aspettative. L’Aprilia, invece, ha avuto finora una stagione indecifrabile, fatta di improvvisi lampi di competitività ma caratterizzata anche da grossi problemi di affidabilità, che hanno puntato l’indice sulla consistenza tecnica del team Milwaukee, già deludente l’anno scorso quando gestiva le BMW ufficiali. Il migliore dei piloti di Noale nel complesso è stato l’argentino Mercado, unica guida del team Ioda, declassato da questa stagione al ruolo di privato, che ha dovuto saltare per infortunio i primi due appuntamenti.

Crisi nerissima in casa Honda. Dopo anni di collaudi, la Fireblade 2017 si è rivelata assolutamente non competitiva ed ha mandato in crisi il pur validissimo team Ten Kate, che dopo la tragedia di Hayden non ha trovato in Stefan Bradl una figura tale da poter indirizzare al meglio lo sviluppo di un mezzo nato male. In questo momento la Honda è ultima nella classifica costruttori, cosa mai successa nella storia quando c’è stato impegno ufficiale, ed indicatore perfetto della gravità del momento sportivo per la casa dell’ala dorata, che proprio in questi giorni sta provando al Lausitzring con Davide Giugliano, in cerca di un accordo per chiudere la stagione sul mezzo che fu di Nicky Hayden.

Francesco De Giorgi 

twitter