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Addio a Niki Lauda, il campione che sopravvisse al fuoco del Nurburgring

21/05/2019

Addio a Niki Lauda, il campione che sopravvisse al fuoco del Nurburgring

La Formula Uno piange oggi la scomparsa di Niki Lauda, ex pilota austriaco tre volte campione del mondo, che ha legato indissolubilmente la prima parte della sua carriera alla Ferrari. Lauda si è spento ieri in un ospedale viennese. Pilota tra i più amati della sua epoca, era famoso per la sua velocità ma soprattutto per la sua straordinaria capacità tattica e di lettura della gara, che spesso gli hanno consentito di sopraffare avversari temibili. Lauda era anche noto per il carattere spigoloso e per la parlantina pungente, che spesso lo ha portato al centro delle polemiche per dichiarazioni particolarmente dirette. Nato a Vienna nel 1949, aveva debuttato in Formula 1 a soli 22 anni guidando occasionalmente una March privata nel gran premio di casa. Le prime due stagioni a tempo pieno con March e BRM non gli regalarono soddisfazioni, ma gli valsero comunque la chiamata in Ferrari per il 1974, favorito da Clay Regazzoni che era già stato suo compagno proprio in BRM. Lauda ripagò la fiducia di Maranello vincendo due gare già il primo anno ed il titolo mondiale nel 1975. Proprio quando sembrava che  fosse in grado di ripetere il successo anche nel 1976, avvenne l'incidente che cambiò la sua vita di uomo e di pilota. Il primo agosto, mentre affrontava il tratto di Bergwerk del vecchio Nurburgring, perse il controllo della sua Ferrari e si schiantò contro il terrapieno esterno. La sua vettura rimbalzò in pista e fu subito avvolta dalle fiamme, solo il rapido e coraggioso intervento di Ertl, Lunger, Edwards e soprattutto di Merzario gli salvò la vita.

Quest’ultimo, infatti, si lanciò tra le fiamme ed estrasse dal relitto della Ferrari il corpo di Lauda già gravemente ferito ed ustionato. Dato per spacciato, Lauda si riprese miracolosamente dando inizio alla sua seconda vita agonistica. Ancora piagato dalle ferite, tornò sulla sua Ferrari poco più di un mese dopo l'incidente e tentò di difendere la leadership mondiale dagli assalti di James Hunt. La loro battaglia, eternata nel film “Rush” di Ron Howard, si concluse a favore di Hunt grazie al clamoroso ritiro volontario di Lauda nel diluvio del Fuji. Quello che passò alla storia come il gran rifiuto lo pose in cattiva luce presso la tifoseria ferrarista, ma Lauda tirò dritto per la sua strada e riuscì a tornare campione del mondo già nel 1977. Conquistata la certezza matematica dell'iride, Niki lasciò la Ferrari quando ancora mancavano due gare alla fine della stagione, dando il via al debutto in rosso di Gilles Villeneuve in qualità di suo sostituto. Nelle annate successive, Lauda gareggiò al volante della Brabham con alterne fortune e decise di ritirarsi a stagione 1979 ancora in corso. Per alcuni anni Niki si dedicò all’aviazione, fondando una compagnia che portava il suo nome e prendendo addirittura il brevetto di pilota, ma il richiamo della Formula 1 era troppo forte e nel 1982, a 33 anni, decise di tornare in pista alla guida della McLaren. La prima stagione gli valse due vittorie ed il quinto posto in graduatoria, ma la seconda, che pure lo aveva visto brevemente leader mondiale, fu sacrificata per affinare il motore TAG Porsche. Il propulsore tedesco divenne così l’arma definitiva che gli consentì di raggiungere il suo terzo titolo nel 1984 per solo mezzo punto su Prost al termine del rocambolesco finale dell’Estoril. Alla fine del 1985, Lauda decise di lasciare per sempre la Formula 1 per dedicarsi ad altre attività, ma vi tornò come superconsulente con la Ferrari nei primi anni ’90, con la Jaguar dieci anni dopo ed in tempi recenti con la Mercedes, per la quale ricopriva il ruolo di presidente onorario della scuderia. nonostante la sua grande vitalità, la sua salute era però sempre più precaria, fino alla triste notizia di ieri.

Francesco De Giorgi 

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