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29/11/2020
Hamilton vince anche in Bahrein dopo la grande paura per Grosjean
La formula 1 è abituata da tempo a partenze turbolente, nelle quali toccate più o meno dure si susseguono senza particolari conseguenze, ma ciò che è accaduto sul tracciato di Sakhir resterà a lungo impresso nella memoria degli appassionati. Un crash agghiacciante, che ha riportato il pericolo del fuoco sotto i riflettori dopo anni ed ha bloccato a lungo il respiro di chiunque stesse guardando il GP del Bahrein. Il fatto è avvenuto alla terza curva, quando Grosjean si è allargato per evitare alcune vetture davanti a lui e la sua posteriore destra ha impattato con l’anteriore sinistra di Kvyat fiondandolo nel guardrail. La barriera metallica si è incredibilmente squarciata spezzando in due la Haas del francese, col motore da una parte e la cellula di sopravvivenza impigliata in modo spaventoso nell’acciaio delle barriere. Nell’urto, la vettura è letteralmente esplosa a causa del pieno di benzina ma, dopo una lunghissima manciata di secondi, miracolosamente, Grosjean è riuscito ad uscire dalle fiamme con le sue gambe, anche se senza una scarpa e con l’abbigliamento bruciato. Il francese è stato comunque trasportato in ospedale per controlli, ma, a prescindere da quanto saranno serie le conseguenze di questo crash, c’è da parlare ad alta voce di miracolo.
Per rimettere in sesto la pista sostituendo i guardrail con delle barriere in cemento, l’organizzazione ha impiegato più di un’ora, ma alla fine la gara è ripartita. Ed è ripartita di nuovo col botto, in senso letterale: dopo circa mezzo giro, ancora per un contatto con Kvyat, Stroll è finito a testa in giù, obbligando la direzione corsa a mandare in pista la macchina di sicurezza. Il canadese se l’è cavata solo con uno spavento, mentre al russo, che forse era un po’ troppo adrenalinico, sono stati affibbiati dieci secondi di penalità. C’è da dire che la griglia di partenza ha generato non poca confusione, in quanto è stata determinata in base al passaggio dei piloti sulla linea “safety car 2”, ossia nel momento più caotico dello start, provocando avanzamenti e retrocessioni che hanno mescolato le carte. La gara, in sé, non ha avuto storia, col solito Lewis Hamilton che ha dominato dall’inizio alla fine malgrado le gomme abbiano dato problemi un po’ a tutti per via dell’asfalto particolarmente abrasivo. Dietro di lui, Verstappen ha tentato invano di resistere, ma non è mai riuscito ad annullare quella piccola ma importante distanza di sicurezza che il sette volte campione mondiale ha costruito, anche se l’olandese può recriminare per un pit stop infelice che gli è costato un paio di secondi di troppo. Il podio è stato completato da Albon, che ha raccolto l’ultimo gradino a tre passaggi dalla fine, quando Perez ha lasciato la sua Racing Point in fiamme a bordo pista per un cedimento del motore. Quello provocato dal messicano non è stato l’ultimo brivido della gara, perché un commissario ha incoscientemente attraversato la pista mentre passava una McLaren per intervenire sulla Racing Point ferma in mezzo al fuoco. Davanti all’ennesimo pericolo scampato, la sensazione è che oggi la sorte abbia voluto graziare il circus come mai in passato. Il passaggio sul traguardo è avvenuto sotto safety car, per cui Norris, Sainz, un eccellente Gasly e Ricciardo hanno occupato le posizioni dalla 4 alla 7, mentre ottavo ha chiuso un deluso e deludente Bottas.
