Notizie » Sport » Motori

13/12/2020
GP Abu Dhabi: Verstappen torna al successo da dominatore davanti alle Mercedes, male le Ferrari
Sul tracciato di Yas Marina ad Abu Dhabi è andato in scena l’ultimo Gran Premio di questa stagione 2020 con la decima vittoria in carriera (seconda stagionale) per Max Verstappen. Una conclusione piuttosto noiosa per un mondiale che finora aveva regalato sempre grandi emozioni, con una competizione priva di particolari sussulti e sorprese. Verstappen ha dominato la gara indisturbato, forte di un ritmo superiore agli altri, ed è arrivato a costruire un vantaggio su Bottas in alcune fasi ben superiore ai dieci secondi. L’intento dell’olandese era provare a strappare al rivale il secondo posto in graduatoria ma l’impresa, estremamente complicata a farsi, è finita in un nulla di fatto anche perché Hamilton, tornato in pista dopo il Covid, si è limitato a sorvegliare da vicino Bottas senza mai impensierirlo concretamente. Albon, che avrebbe dovuto aiutare il compagno di squadra, è rimasto al quarto posto, anche lui a distanza di sicurezza dagli altri. L’anglo-thailandese ha provato a mettersi in evidenza, ma la fiammata finale non ha cambiato le carte in tavola e per lui la riconferma in Red Bull è ancora in bilico.
Alle spalle dei migliori quattro si è conclusa la sfida per il terzo posto nel mondiale costruttori tra la Racing Point e la McLaren, che partiva con qualche punto di svantaggio. Già la qualifica aveva dato un mezzo verdetto, con Perez costretto a partire dalle retrovie e Stroll poco incisivo rispetto ai rivali diretti. La gara ha confermato le impressioni della vigilia ed il ritiro del rimontante Perez al giro 10 ha definitivamente chiuso la partita. Norris e Sainz hanno infatti tenuto ottimamente il ritmo, rimontando facilmente su chi aveva saltato la sosta ed installandosi nell’ultimo quarto di gara al quinto ed al sesto posto, piazzamenti sufficienti a garantire alla McLaren la terza piazza iridata nel mondiale costruttori. Stroll, che ha mostrato tutti i suoi limiti, si è totalmente perso col passare dei giri, concludendo decimo senza alcun lampo ma con la beffa finale del sorpasso subito da Ocon a poche curve dalla fine. Il ritiro di Perez ha dimostrato ancora una volta come la Direzione Gara non stia operando in maniera sempre lucida. Come è accaduto troppo spesso quest’anno, in un primo momento gli steward hanno istituito il regime di virtual safety car e poi, dopo qualche minuto e dopo aver assistito alla sosta di alcuni piloti, hanno mandato in pista la vettura di sicurezza azzerando l’azzardo compiuto ad esempio dalle Ferrari, che avevano optato per non fermarsi. Queste decisioni non sempre coerenti, unite al pessimo tempismo con cui sono state adottate in più di un’occasione, possono condizionare la gara e dare adito a polemiche altrimenti evitabilissime. Praticamente inesistente la prova delle Ferrari. Leclerc e Vettel hanno chiuso doppiate e fuori dai punti, rispettivamente in tredicesima e quattordicesima posizione, ma col tedesco stavolta più incisivo del compagno di squadra.
Vettel, alla sua ultima apparizione alla guida della rossa, ha infatti brillato gestendo per due terzi di gara le sue gomme in maniera ottimale restando a lungo in zona punti ma, una volta effettuata la sosta, non ha potuto far altro che rimontare qualche posizione per accomodarsi alle spalle del compagno di squadra. Ha avuto miglior fortuna Ricciardo, che ha attuato una tattica ancor più estrema spingendosi fino a quindici giri dalla fine con le stesse gomme usate in partenza ed è stato premiato con un buon settimo posto finale davanti ad un ottimo Gasly. Gara da dimenticare anche per le Alfa Romeo, con Raikkonen che almeno è riuscito a sopravanzare le due Ferrari, mentre Giovinazzi ha finito sedicesimo dietro anche a Russell, tornato in Williams per l’occasione. C’è da dire che quest’ultima gara dell’anno è stata il Gran Premio degli addi. Oltre a Vettel, che lascia la Ferrari per la futura Aston Martin, si sono visti per l’ultima volta anche Magnussen e Fittipaldi, che lasceranno i volanti della Haas a Mazepin e a Mick Schumacher. In bilico il futuro di Kvyat ed Albon con Perez, eroico vincitore a Sakhir, che ancora non sa cosa farà da grande mentre non va sottovalutato il fatto che, almeno ufficialmente, Hamilton non ha ancora firmato il rinnovo con Mercedes. L’arrivo di Sainz in Ferrari, infine, farà da traino al passaggio di Ricciardo in McLaren, preludio a sua volta del rientro di Fernando Alonso il quale, dopo due stagioni passate in giro per il mondo in cerca di nuovi trofei, siederà sul sedile di quella che da domani cambierà il nome da Renault ad Alpine.
Francesco De Giorgi
