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07/08/2012
Libri: Un cappello pieno di ciliege
Ottocentoventitre pagine di amori, di racconti esilaranti, di storie appassionanti. Come un fiume in piena la saga di Oriana Fallaci, che si divide in tre parti, attrae il lettore e lo conduce per mano lungo le strade di Firenze, di Siena, per le campagne toscane, toccando addirittura la nascente San Francisco e gli afosi deserti del Far West. La Fallaci non ha rinunciato a nulla: quando scoprì di avere la terribile malattia che stroncò la sua vita, si diede alle ricerche delle sue origini e tra archivi, documenti, anagrafi e una cassapanca ereditata dalla sua ava Caterina, ricostruì la storia della sua famiglia a partire dal Settecento. Un albero genealogico posto all’ultima pagina del libro fungerà da utile ausilio per individuare bene tutti i personaggi che animano quest’opera.
È con grande chiarezza, commozione e trasporto che la scrittrice segue le vicende dei suoi avi, per comprendere chi fosse quando era qualcun altro, per scoprire che caratteristiche ha ereditato da ciascuno di essi, per conoscersi a fondo e dare vita a quello che chiamava “il suo bambino”. Descrivendo le peripezie e le piccole conquiste dei personaggi, traspare una propensione per le donne combattive, per Caterina, la cui determinazione nel voler imparare a leggere e scrivere le suscita tenerezza e coraggio; per le avventure di Anastasìa Ferrier, sempre pronta a rinnovarsi.
E le sembra di aver vissuto la triste vicenda del marinaio Francesco, nel mondo rivoluzionario di Giobatta, nella campagna di Carlo. Senza soluzione di continuità si incrociano le storie e le relative trame con la cornice che fa da sfondo: la creazione del Bel Paese. Precisa nel segnalare nomi ed eventi, la scrittrice incuriosisce il lettore facendogli comprendere appieno le difficoltà, le peripezie, le sofferenze di quanti hanno gettato il cuore oltre l'ostacolo per l’amor patrio.
Ma sarebbe riduttivo seguire solo un filo dei tanti che si susseguono nel romanzo, anzi, nel capolavoro della scrittrice, il cui intento non sembra essere auto celebrativo. Edito da Rizzoli, quest’opera, uscita postuma nel 2008, è uno scrigno di ricordi, e al lettore sembrerà di stare seduto accanto all’autrice che racconta ora con ironia, ora con solennità la sua storia, le sue vite. Il trasporto e l’impeto non si perdono con lo scorrere delle pagine che mantengono sempre alto l’interesse e il coinvolgimento di chi si appresterà alla lettura.
Giuliana Scamardella
