Tra le dune del circuito di casa di Zandvoort, Max Verstappen ha scritto l'ennesima pagina della sua straordinaria carriera vincendo di forza il Gp d'Olanda al termine di una prova estremamente positiva che lo ha visto si aiutato dalla buona sorte, ma anche straordinariamente veloce e concreto. Partito dalla pole position, Verstappen ha subito messo in chiaro chi fosse il più veloce in pista controllando a distanza Leclerc, la cui Ferrari è apparsa buona ma non ottima ed ha poi strappato nel finale la leadership a Hamilton involandosi indisturbato.

L'olandese ha così raggiunto il suo decimo successo stagionale nonché il trentesimo in carriera, mettendo l'ennesimo mattone per la conquista di un titolo che probabilmente nemmeno il più ottimista dei rivali pensa di potergli contendere oltre. La Mercedes ha provato a sparigliare le carte usando una strategia differente che ha fatto allungare di molto il primo stint ad entrambi i piloti, mettendoli in condizione di poter concretamente contendere il successo finale all'olandese della Red Bull.  

Come spesso accade, però, due colpi di scena hanno nuovamente mescolato le carte rimettendo nelle mani di Verstappen le chiavi della competizione. Il primo dei momenti chiave è stato scatenato da Tsunoda. Il giapponese, ripartito dal pit stop a due terzi di gara, dopo poche curve ha accostato a bordo pista lamentando via radio il cattivo fissaggio di una ruota. Dopo aver sostato per diversi secondi ed a seguito delle rassicurazioni ottenute dai box, il nipponico è ripartito raggiungendo le officine al piccolo trotto. Una volta fermatosi al pit stop, i meccanici hanno lungamente lavorato per chiudere le cinture di sicurezza che il pilota del sol levante aveva  già slacciato. Poi, appena raggiunta di nuovo la pista, Tsunoda ha subito lamentato dei problemi ed ha di nuovo parcheggiato la sua vettura costringendo la direzione corsa ad istituire la virtual safety car.

L'occasione è stata subito propizia per Verstappen per fermarsi al cambio gomme approfittando della neutralizzazione senza dover cedere il passo al rimontante Hamilton. La gara sembrava decisa quando è intervenuto il secondo colpo di scena sotto forma di un guasto in rettilineo alla vettura di Bottas, che è rimasta accostata al muretto dei box per diverso tempo prima che venisse mandata in pista la safety car. Con la nuova neutralizzazione, Verstappen ha optato per un ulteriore cambio gomme così come tutti i big ad eccezione proprio di Hamilton, che è rimasto in pista con le medie commettendo un grave errore tattico. Alla ripartenza, infatti, l'inglese è stato immediatamente fagocitato da Verstappen e poi ha dovuto rapidamente cedere il passo a Russell, che aveva cambiato gomme, ed a Leclerc, che è riuscito a portare la sua Ferrari sul podio.

L'inglese ha comunque strenuamente resistito senza più cedere posizioni, forte anche del fatto che alle sue spalle nessuno poteva insidiarlo concretamente. Sainz, infatti, che veleggiava al quinto posto, si è visto comminare una penalizzazione di 5 secondi sul tempo finale per essere stato mandato in pista in maniera avventata dalla squadra dopo il pit stop, ed è retrocesso all'ottavo posto. Perez, che ha ereditato dallo spagnolo la piazza cinque, è stato invece protagonista di una prestazione impalpabile, che lo ha visto navigare senza troppo costrutto sempre lontano dalle posizioni che contano. Ottimo il sesto posto di Alonso, che ha provato con successo una tattica diversa ed ha preceduto Norris, mentre il suo compagno Ocon ha chiuso nono e l'ultimo piazzamento utile è andato a Stroll.

Ancora una gara da dimenticare per Mick Schumacher. Il tedesco aveva illuso con un ottimo ottavo posto in qualifica ma in gara, penalizzato anche da una sosta infelice, non ha saputo fare meglio di tredicesimo. Male anche Ricciardo, che ha chiuso mestamente al diciassettesimo posto.

Francesco De Giorgi