Appenino tosco-emiliano, zona adiacente all’Abetone. Benchè si sia trasferito a Prato per seguire accanitamente i suoi affari, l’industriale della seta sente spesso un richiamo misterioso per quella valle, quei boschi così silenziosi. Lì trovi sempre la stessa gente, amici che non sembrano desiderare altro che vivere così, tranquilli e senza grandi cambiamenti, lontani dalla città e dal rumore interiore che produce la troppa sete di denaro.

Sulla strada per raggiungere il luogo in cui gli piace rifugiarsi, l’uomo nota una casa, col camino sempre acceso, d’estate e d’inverno, sgangherata, con teli colorati che rattoppano il tetto con troppe buche. Dopo averla osservata lungo lo scorrere delle stagioni, decide di entrarvi. Ed è lì che tutto cambia, tutto inizia o forse tutto comincia. Mauro Corona scrive una sorta di romanzo di iniziazione, edito da Feltrinelli nel luglio del 2012. L’industriale infatti per avere accesso alla strana casa dovrà ripercorrere un cammino, il suo, per ritrovare se stesso e i valori che ha perso. Semplice e breve, intenso in alcuni punti, un po’ banale in altri, non sfrutta certi passaggi che potrebbero essere approfonditi e risultare più interessanti.

Il finale è un po’ scontato, ma fino alla fine il lettore spera e aspetta il colpo di scena che possa sconvolgere e rendere maggiormente favolistica la storia del protagonista.

Giuliana Scamardella