Edito nel 1995 è una lettura sempre attuale e potrebbe essere riletto più volte per assaporarne le riflessioni quasi filosofiche e l’andamento poetico. È la descrizione di una lunga sofferenza che attanaglia il cuore del protagonista fiin dalla tenera età, influenzando il suo rapporto con il mondo.

La storia si sviluppa per gradi. L’autore racconta le ansie, le paure, i dolori che è costretto a vivere fino al suo ricovero in ospedale, allorquando il suo cuore e i suoi polmoni non reggono più il respiro profondo del mondo, ma è affannoso e straziante, impedendogli anche le azioni più banali. È in attesa di un trapianto e tra inquietudini e tormenti coinvolge il lettore nella sua speranza di poter condurre una vita normale.

Scoprirà che l’esistenza è un ciclo quasi perfetto in cui ciò che è di impedimento a qualcuno, può essere vitale per qualcun altro. È una riflessione lenta e intima che commuove e fa riflettere sul senso dell’esistenza in quanto tale e sulla propria: vi scoprirete a fissare l’attenzione sul vostro respiro e ad apprezzare le azioni che il vostro corpo riesce a compiere con grande naturalezza. Ugo Riccarelli vinse nel 1996 il premio Chianti e con “eccellenti strumenti letterari”, come li definì Antonio Tabucchi, intraprende una meditazione sulla vita senza retorica e senza scadere ne patetico, arrivando al cuore del lettore.

Giuliana Scamardella