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Libri: Figlia della guerra, di Juliet Lac

07/10/2012

Libri: Figlia della guerra, di Juliet Lac

Il suo vero nome è Dung Nguyen ed è nata nel 1967 a Ben Tre, un villaggio a sud di Saigon, Vietnam. Dung significa bellezza, e secondo lei non le si addice molto, perché è sempre stata smilza a causa della malnutrizione e delle privazioni che è stata costretta a subire per la guerra che si è abbattuta sul suo Paese. Priva dei punti di riferimento che una bambina tra i 5 e i 10 anni dovrebbe avere, perchè il conflitto tra i comunisti del Vietnam del Sud e il governo filo-americano le ha portato via tutto. È scontrosa, solitaria, ostile.

Con la madre, Dung riesce a sopravvivere alle bombe, alle malattie, al pericoloso nuovo governo, fuggendo su un barcone di disperati. Scampate al naufragio, accolte in un campo profughi, dopo un anno volano in America piene di aspettative. Ma il nuovo Paese è veramente diverso da quello di appartenenza. Vivere con le proprie tradizioni, il proprio modo di guardare la vita, rende difficile adattarsi a un mondo così frenetico, all’abbondanza, a quello che appare ai loro occhi come lusso. Anche avere l’acqua del rubinetto, un materasso e cibo su cui non volano mosche, per Dung è strabiliante. Il carattere della ragazzina non cambia in quel paese lontano, anzi, si mostra sempre più ostile nei confronti della madre a causa della sua freddezza.

Dopo diverse storie d’amore, sposa un vietnamita, ma non per amore. Per lui Dung è il permesso di soggiorno, per lei è il modo più pratico per separarsi dalla madre. Questo matrimonio insano la porterà ad una serie di scelte sbagliate, o comunque la allontanerà dai suoi progetti e dai suoi obiettivi. Ma la vita avrà in serbo cose inaspettate per lei che sa mettersi in gioco e sfruttare le possibilità. Il primo romanzo di Juliet Lac, che scrive non per essere d’esempio ma per condividere la sua esperienza di vita, tocca le corde più profonde del cuore.

Va oltre quel che si vede in tv, racconta a fondo la diversità tra due culture, orientale e occidentale, che potrebbero arricchirsi se solo entrassero in contatto davvero. La spiritualità e le tradizioni dell’una, la concretezza e il progresso dell’altra. L’autrice apre una finestra su quanti subiscono la follia della guerra. I bambini, vittime innocenti di grandi e diaboliche menti, portano indelebili segni psicologici e profonde cicatrici. Juliet Lac è una sopravvissuta. Non solo alla guerra, ma anche alle conseguenze che questa ha avuto sulle sue scelte di vita e nei suoi rapporti.

Giuliana Scamardella 

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