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Euro 2016, Belgio-Italia: 0 - 2. Vittoria azzurra nel segno della tradizione.

14/06/2016

Euro 2016, Belgio-Italia: 0 - 2. Vittoria azzurra nel segno della tradizione.

L'Italia fa l'Italia, e va: vince, convince e stupisce. Tutti: tifosi e addetti ai lavori. Gli azzurri di Antonio Conte hanno cominciato l'europeo di Francia nel modo migliore, annientando dal punto di vista fisico e tattico il Belgio guidato (solo) da Hazard e Wilmots.

È stato un successo importantissimo, vitale, per il morale e per le dinamiche di girone. Vincere contro i Diavoli Rossi, selezione estrememante tecnica e tra i favoriti per il successo finale, ha sensibilmente sovvertito le dinamiche del gruppo E e, probabilmente, permesso all'Italia di compiere già mezzo passo verso gli ottavi di finale. Ma prima ci sono da battere Svezia (opaca a parte Ibrahimovic) e l'Irlanda (ostica e coriacea).

Gli azzurri sono partiti sfavoritissimi, dati come perdenti annunciati, finanche già rassegnati a non poter nemmeno tentare di duellare con un organico pregno di talento come non mai nella sua storia. Conte, d'altro canto, ha mantenuto un profilo basso già alla vigilia (pretattica?): il diktat era quello di osare, ma senza perdere gli equilibri, "arrivare dove meritiamo di arrivare". E l'ex tecnico della Juventus ed i suoi giocatori hanno avuto ragione.

Il campo lo ha dimostrato: i più bravi sono stati superiori ai più forti e la gloria se la sono guadagnata quelli affamati, duri, vogliosi di riscatto. La chiave della vittoria è stata tutta qui, e si è espressa sul rettangolo di gioco con un tradizionale "catenaccio" di stampo prettamente tricolore, affiancato da una disposizione certosina di tutti i reparti ed il sacrificio di ogni singolo in funzione del collettivo.

Così, l'Italia ha iniziato come meglio non poteva la sua rassegna continentale. Ha battuto un rivale più grande, contro il favore dei pronostici. Una selezione, quella belga, che è stata colpita nel cuore dei suoi punti deboli: difesa e mediana. Che è venuta meno soprattutto in Lukaku e De Bruyne, in attacco, e Fellaini e Alderweireld, dalla cintola in su. Courtois, invece, ha mostrato perché è forse tra i primi tre portieri del Vecchio Continente: chiedere a Pellè e al suo colpo di testa (tolto dall'estremo difensore del Chelsea dal "sette" basso).

Ed ora? L'Italia deve riprendere a volare basso, perseverare e restare concentrata, per compiere qualcosa di straordinario contro un avversario (più) ordinario: la Svezia di Zlatan Ibrahimovic, pericolo pubblico numero uno.

Alessandro Alberto Di Porzio

 

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