Max Verstappen torna alla vittoria nel GP di Malesia, ultima prova iridata per il circuito di Sepang. Il giovane fenomeno olandese, che ieri ha compiuto vent’anni, ha portato a casa il secondo successo in carriera con una prova superba, in cui ha mostrato una superiorità totale nei confronti della concorrenza, subito sparita all’orizzonte non appena l’alfiere Red Bull ha strappato il comando ad un indomito Hamilton. Il britannico, alle prese con una Mercedes in crisi di gomme, aveva conquistato la pole numero 70 della sua carriera nelle qualifiche, ma in gara poco ha potuto davanti allo strapotere di Verstappen, ed ha anche a lungo corso il rischio di essere ripreso dall’altro pilota Red Bull Ricciardo, terzo alla fine.

Gara da incubo per la Ferrari. Dopo prove libere incoraggianti, nelle quali le rosse erano apparse in gran forma, si è scatenato l’inferno. Negli ultimi minuti della FP3, Vettel ha lamentato problemi elettrici alla power unit, che è stata sostituita in tempi record dai meccanici del cavallino con un’altra sulla quale ha subito smesso di funzionare il turbo, costringendo il tedesco a partire in ultima piazza senza aver segnato neanche un crono valido. Le speranze di Maranello erano comunque riposte in un tonico Raikkonen, secondo in qualifica a soli 45 millesimi da Hamilton, ma sulla vettura del finlandese qualcosa ha smesso di funzionare nei minuti prima del via ed il pilota del cavallino non ha nemmeno potuto partecipare alla gara rimanendo nei box.

L’altro ferrarista Vettel è comunque riuscito a raddrizzare in parte la giornata compiendo una rimonta molto buona fino alla quarta posizione, rinunciando a strappare la terza a Ricciardo solo negli ultimissimi chilometri. Con il piazzamento ottenuto, il tedesco ha perso soltanto 6 punti da Hamilton scivolando a quota -34, un risultato tutto sommato positivo se si pensa a come si erano messe le cose dopo le qualifiche ed in più se si considera che gli eventi malesi hanno trasformato il problema affidabilità in casa Ferrari in un’autentica emergenza.

Tra l’altro, nel dopo gara è avvenuto l’incredibile: nel giro di rientro ai Box, Vettel si è scontrato con Stroll, ottavo al traguardo davanti a Massa e già in evidenza in gara per qualche scaramuccia di troppo, ritrovandosi con il posteriore della Ferrari distrutto. Nelle prossime ore si valuterà l’entità dei danni e se sarà necessario operare nuove sostituzioni delle parti contingentate. Quinto posto finale per Valtteri Bottas, apparso in balia delle difficoltà Mercedes e fondamentalmente, partenza a parte, mai seriamente in gara per il podio. Il finlandese si è subito staccato dalle posizioni che contano e si è limitato ad una gara di conserva che lo ha visto tagliare il traguardo a distanza considerevole dal vincitore.

Alle spalle dei migliori, sesto posto per Perez con la Force India davanti ad un ottimo Vandoorne, autore probabilmente della miglior prestazione stagionale alla guida di una McLaren sorprendentemente competitiva su un tracciato sulla carta sfavorevole. Ultima piazza utile per Ocon, che ha preceduto un deluso Alonso, che non ha raccolto punti in una giornata in cui forse il potenziale per portare a casa un risultato c’era. Da segnalare il debutto di Gasly alla guida della Toro Rosso in sostituzione di Kvyat. Per il francese, campione GP2 nel 2016 ai danni del nostro Giovinazzi, un quattordicesimo posto finale al termine di una gara ordinata ma senza particolari lampi. Salutata per l’ultima volta la Malesia, che dal prossimo anno sparirà dal calendario, il mondiale si trasferirà a Suzuka, dove la settimana prossima avrà luogo il GP del Giappone.

Francesco De Giorgi