Notizie » Sport » Motori

24/02/2019
Gp Australia SBK: Bautista, che esordio! Una tripletta a Phillip Island per entrare nella storia
Il mondiale Superbike ha aperto il suo nuovo corso con un nuovo dominatore a sorpresa: Alvaro Bautista. Lo spagnolo della Ducati, proveniente dalla MotoGP, ha letteralmente triturato la concorrenza sul tracciato di Phillip Island, conquistando una storica tripletta nel weekend del debutto del nuovo format a tre gare. Bautista e la sua Ducati hanno mostrato un dominio totale, staccando gli avversari in entrambe le gare lunghe con distacchi che hanno largamente superato i quindici secondi. Solo nella Superpole Race, la seconda gara sprint introdotta da quest’anno, il cannibale Rea è riuscito a mettere a lungo in discussione il suo primato, ma quando il ducatista ha deciso di scappare, lo ha fatto indisturbato.
Non si vedeva un esordio così roboante dal 2007, anno dell’arrivo di Max Biaggi, e soprattutto è difficile ricordare un dominio cronometrico così netto anche negli ultimi anni in cui Rea ha fatto il bello ed il cattivo tempo. Va detto che l’annuncio dell’ingaggio di Bautista era stato accolto con qualche diffidenza per via del fatto che l’iberico, pur validissimo nelle classi minori e già campione del mondo 125, era ormai da anni confinato nel limbo di centro classifica della MotoGP, invece il suo apporto per la Ducati è stato fondamentale, specie se si considera il weekend da incubo vissuto dagli altri alfieri di Borgo Panigale. Ad uscire massacrato dal confronto è stato Chaz Davies, faro della casa italiana nelle ultime stagioni che a Phillip Island ha raccolto solo un decimo ed un settimo posto, senza finire in posizione utile in Superpole Race. Gara interlocutoria anche per Rinaldi e Laverty, che però guidano mezzi privati equipaggiati con sospensioni di marca diversa rispetto alle moto ufficiali e comunque hanno preceduto Davies nelle prime due prove.
Il dominatore delle ultime stagioni Rea si è comunque dimostrato il migliore degli “altri”, conquistando tre secondi posti che lo mantengono nella scia di Bautista in classifica. Il nordirlandese è apparso in gran forma e la sua Kawasaki è la moto migliore del lotto, visto che la superiorità della Panigale V4 sembra per ora essere legata allo straordinario feeling con Bautista. Rientro positivo a metà per Haslam, terzo in Gara 2 ed in Superpole Race, ma a terra in gara 1 dopo aver lottato per il secondo gradino del podio con Rea. Ottimo l’esordio con la Yamaha di Melandri, che ha colto un grande terzo posto in Gara 1 confermandosi nella top six nelle altre due prove. Sorrisi a metà in casa della rientrante BMW, che ha illuso in Gara 1 col settimo posto di Sykes, ma poi è rientrata nei ranghi per il resto del weekend. La moto bavarese si è dimostrata agilissima e valida nei tratti tortuosi, ma paga una mancanza di velocità massima prossima ai 20 km/h, che ha reso vano ogni tentativo di resistenza sul dritto da parte dei propri piloti. Ancora un weekend horror per la Honda. Alla casa dell’ala dorata non è servito azzerare il proprio passato recente e scendere in pista con una nuova squadra per ritrovare la competitività. La moto, ormai al terzo anno di vita agonistica, sembra essere la meno performante del lotto ed i piloti hanno deluso non poco in questa prima uscita. Camier è stato prevedibilmente il migliore, ma comunque ha raccolto solo un decimo posto (e pure una caduta), mentre Kiyonari è apparso arrugginito e Delbianco è semplicemente troppo acerbo per la Superbike.
I soliti problemi di gomme hanno caratterizzato la prima gara stagionale della Supersport, disputata con l’obbligo del pit stop per la sostituzione delle coperture a scopo precauzionale. A vincere è stato Randy Krummenacher, bravo a tenere a distanza Cluzel ma fortunato nell’approfittare della disavventura occorsa allo sfortunato Caricasulo, solo terzo a causa di un pit stop problematico. Tanti i penalizzati a fine gara per non aver rispettato il tempo minimo di sosta, tra questi anche Cluzel, e Mahias, il quale è stato rimandato in pista dal team quasi venti secondi prima del dovuto e poi è stato retrocesso al dodicesimo posto. male gli altri italiani: solo un punticino per Badovini, caduti De Rosa, Fuligni e Ruiu, con Coppola che non è nemmeno partito perché infortunato in prova.
Francesco De Giorgi
