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Gp Thailandia Superbike: che Bautista! Sei centri in sei gare per il pilota Ducati

17/03/2019

Gp Thailandia Superbike: che Bautista! Sei centri in sei gare per il pilota Ducati

  Alvaro Bautista, ancora lui. Anche sul tracciato thailandese di Buriram, lo spagnolo di casa Ducati ha stracciato la concorrenza conquistando una tripletta che lo porta a sei successi in sei manche al debutto: nessuno prima di lui era mai riuscito in un’impresa del genere. In partenza o a metà gara non fa differenza, quando decide di cambiare marcia e seminare gli avversari, Bautista è inarrestabile. Rea ha provato a contrastarlo come già aveva fatto a Phillip Island, ma solo in Gara 1 è riuscito a cullare per metà gara i sogni di gloria, dopo più nulla. Il vantaggio di Bautista sulla concorrenza è a tratti imbarazzante, oltre al motore stratosferico della sua Panigale, stupisce la facilità con cui inserisce la moto in curva in derapata e la naturalezza con la quale gestisce anche le situazioni peggiori. A rendere ancora più incredibile il suo dominio sono le prestazioni degli altri ducatisti, in Thailandia letteralmente da mani nei capelli. Chaz Davies è in crisi nera, non riesce a trovare il feeling con la V4 e commette tanti errori.

Il gallese è caduto in Gara 1, ha rotto in Gara 2 e raccolto un magro ottavo posto in Superpole Race. Due ottavi posti sono anche il bottino di Rinaldi, mentre il weekend di Laverty praticamente non è neanche iniziato. Colpito dalla rottura dei freni nelle prime fasi di Gara 1, l’irlandese è stato costretto a lanciarsi a terra in staccata per evitare guai peggiori, ma la sua moto si è disintegrata contro le barriere ed il team non è riuscito a ripararla costringendolo a saltare anche le gare odierne. Lo spettacolo in pista non è mancato, eppure va registrato un curioso dato statistico: i primi sette classificati sono stati gli stessi in tutte e tre le prove, segno di una scala di valori già molto ben delineata e, purtroppo, consolidata. Dietro al duo Ducati-Bautista segue Rea, poi Lowes leggermente staccato e ancora un po’ più indietro la brigata Yamaha al completo più Haslam. Il resto della truppa segue a distanza siderale. Il triplo secondo posto di Rea lo tiene ancora in gara per l’iride a -26, mentre Lowes coi suoi terzi posti si è confermato come forza numero tre del mondiale. Melandri ha ottenuto tre sesti posti, condizionato da una moto inguidabile che lo shakerava letteralmente ad ogni rettilineo. Va segnalato che la Superpole Race è stata interrotta e dichiarata conclusa dopo soli sei giri a causa del terribile incidente che ha coinvolto Camier e la wild card Warokorn.

La regia non ha mostrato le immagini dello scontro tra i due, che ha avuto conseguenze non da poco per entrambi. Camier si è rivisto nei box con un ginocchio malconcio e sotto ghiaccio, mentre Warokorn è finito addirittura in ospedale. Gara no per la BMW, che ancora monta una meccanica stock ed ha per questo pagato troppo dazio sui lunghi rettilinei di Buriram, mentre la situazione in Honda rasenta l’apocalittico. La casa giapponese ha stravolto completamente l’organico e persino cambiato team di riferimento, ma le prestazioni continuano a non arrivare e, soprattutto, la moto va più piano che nel 2018.

Con Camier fuorigioco (le sue condizioni saranno da valutare per Aragon), le Fireblade in pista praticamente non si sono viste: Kyionari ha rotto nelle prime due gare e raccolto un dodicesimo posto in Gara 2, mentre Delbianco ha confermato la sensazione di essere troppo acerbo per la Superbike. Da Aragon il Balance of Performance interverrà concedendo qualche giro motore in più alla moto nipponica, ma non è detto che possa bastare per tornare protagonisti.

In Supersport la vittoria è andata a Jules CLuzel, che col successo di Buriram appaia in classifica Krummenacher, primo a Phillip Island ed oggi secondo. Altro terzo posto per il nostro Caricasulo, che ha regolato in volata Isaac Vinales e De Rosa. Brutta prova per Mahias, costretto alla rimonta dopo una penalizzazione comminatagli per avere la pressione della gomma posteriore troppo bassa ed alla fine solo ottavo. Nessun altro italiano nei punti, col solo Coppola al traguardo in diciassettesima posizione. Caduti Badovini e Fuligni, un punto per Maria Herrera.

Francesco De Giorgi
 

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