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Superbike a Misano: Bautista sbaglia ancora e Rea riapre il mondiale

23/06/2019

Superbike a Misano: Bautista sbaglia ancora e Rea riapre il mondiale

Sul tracciato intitolato a Marco Simoncelli, la Superbike ha mandato in scena il weekend più spettacolare dell’anno, tra capricci del meteo ed errori dei protagonisti che hanno fatto quasi a gara a chi la faceva più grossa. A portare a casa il bottino più cospicuo è stato Jonathan Rea, primo in entrambe le gare lunghe ed ora di nuovo in scia a Bautista in classifica. Il nordirlandese ha aperto il weekend vincendo in solitaria sotto al diluvio di sabato, approfittando dell’erroraccio di Lowes, che è caduto quando era in testa, e delle difficoltà di Bautista, solo terzo e piuttosto distanziato. Nella Superpole race l’inerzia del campionato sembrava essere tornata a favore di Bautista, vincitore con Rea scivolato e ripatito fino a chiudere al quinto posto, ma lo spagnolo ha poi ripetuto in fotocopia l’errore di Jerez, scivolando a gomme fredde nelle prime fasi di Gara 2 quando era già in testa. Risalito in sella senza aver riportato grossi danni, Alvaro si è lanciato in rimonta, ma il ritardo accumulato nel tentativo di riprendere la pista si è rivelato troppo grande, ed alla fine il ducatista ha raccolto soltanto i due punti del quattordicesimo posto.

Rea ha invece massimizzato i suoi sforzi andando letteralmente a strappare dalle mani di un eroico Ratzgatlioglu la vittoria, portandosi così a soli 16 punti di distacco da Bautista, in un campionato che forse non è mai stato così aperto. Tante le cadute in tutte e tre le manches disputate, ma la peggiore si è avuta negli ultimi secondi della FP2, con lo sfortunato Van der Mark letteralmente sparato in aria dalla sua Yamaha e costretto al ricovero in ospedale con varie fratture. L’olandese dovrà probabilmente saltare le prossime due gare ed ha sprecato in ogni caso un’opportunità enorme, visto che fino a quel momento era stato nel complesso il più veloce del lotto. L’infortunio del giovane tulipano non è stata l’unica nota negativa del weekend per una Yamaha che, viste le premesse, è tornata a casa con poco più di un pugno di mosche. Detto della caduta di Lowes in Gara 1, vanno menzionati anche i due crash di Cortese e la caduta odierna di Melandri, che hanno mandato all’aria altrettanti podi. Da rimarcare la prova di Razgatlioglu, che ha rischiato davvero di vincere Gara 2, ed il primo podio stagionale per Sykes e la BMW.

L’inglese è stato bravissimo sotto l’acqua, lasciando sfogare gli altri e andando a cogliere il secondo posto in tutta sicurezza. L’accoppiata avrebbe potuto ripetersi nella Superpole Race, se solo il motore della moto bavarese non avesse esalato l’ultimo respiro proprio all’ultimo giro, costringendo poi Sykes ad allinearsi con un’unità vecchia e meno evoluta in Gara 2. Il parco partenti di Misano è stato arricchito dalla presenza di molti italiani, chiamati a sostituire piloti infortunati, come Zanetti, o wild card come Pirro e Cavalieri. Il più efficiente nel complesso delle tre prove è stato il primo di questi, chiamato sulla moto del lungodegente Laverty e due volte nono nelle gara lunghe. Pirro, caduto in gara 1, è poi stato due volte ottavo, mentre Cavalieri ha raccolto due tredicesimi posti nelle gare lunghe. Bene anche Rinaldi, che ha riscattato l’aver spezzato in due la moto cadendo sabato, con uno splendido quinto posto in Gara 2.

Grande show anche per la Supersport, vinta dal capoclassifica Krummenacher al termine di un corpo a corpo piuttosto duro col nostro Caricasulo. Sul podio con loro ha concluso Mahias, che ha preceduto Cluzel e Okubo. Ottima la prova degli italiani, con Gabellini sesto, Manfredi ottavo, Roccoli decimo davanti a Fuligni ed Ottaviani e Casadei quindicesimo. Caduto De Rosa. 

In Supersport300 primo successo stagionale per la campionessa in carica Ana Carrasco, che ha battuto con un piccolo margine il leader mondiale Gonzalez, Verdoia, Pratama, Steeman ed il nostro Vocino. Solo settimo Deroue davanti ai nostri Bastianelli e Sabatucci, unici altri piloti tricolore a marcare punti.

Francesco De Giorgi 

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