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Superbike: Rea fa il vuoto a Laguna Seca, Bautista triplo zero. Il mondiale è perduto?

15/07/2019

Superbike: Rea fa il vuoto a Laguna Seca, Bautista triplo zero. Il mondiale è perduto?

Dopo un inizio di stagione che sembrava aver sovvertito l’ordine naturale delle cose, il mondiale è di nuovo sulla via dell’Irlanda del Nord. L’appuntamento di Laguna Seca, preludio alla lunga pausa estiva delle Superbike, ha probabilmente riconsegnato l’iride nelle mani di Jonathan Rea, che sul saliscendi californiano ha ottenuto due vittorie ed un secondo posto approfittando al massimo dell’incredibile triplo zero rimediato da Alvaro Bautista. Lo spagnolo ha commesso l’ennesimo errore grossolano finendo a terra all’inizio di Gara 1 ed è stato poi sfortunato protagonista di un contatto con Ratzgatlioglu al via della Superpole Race, in seguito al quale è finito al suolo duramente. Partito comunque in Gara 2, ha subito alzato bandiera bianca per il dolore alla spalla causato dalla botta rimediata. Col rivale a picco, Rea non ha dovuto far altro che raccogliere quanto era alla sua portata sin dalle prove, trionfando nelle prime due prove per volare via in classifica e lasciando sfogare un ritrovato Chaz Davies in Gara 2. Il gallese è tornato su livelli di eccellenza dopo un inizio stagione da incubo, che lo aveva visto competitivo finora soltanto ad Imola, ed ha dominato la prova lunga della domenica piegando la resistenza di Rea a suon di giri velocissimi.

Poco male per il nordirlandese, che è comunque salito a +81 su Bautista. La rimonta di Rea ha dell’incredibile, in sole 12 manches il campione in carica ha recuperato ben 142 lunghezze a Bautista, forte sì di un grande talento, di un’ottima moto e della capacità della Kawasaki di reagire alla superiorità tecnica Ducati, ma anche di un numero impressionante di errori commessi dallo spagnolo della rossa. Bautista, forse troppo distratto da voci di mercato o semplicemente minato nella sicurezza dai suoi stessi errori, è quasi irriconoscibile rispetto a quanto mostrato ad inizio stagione. Negli ultimi quattro appuntamenti è caduto cinque volte e non è stato più in grado di mettere in campo la superiorità delle prime gare patendo anche il ritorno dei vari Sykes (terzo in Superpole Race), Haslam e di Ratzgatlioglu, che è sempre più lanciato e che a Laguna Seca ha portato a casa altri due terzi posti. Il turco, che pareva destinato alla Kawasaki ufficiale nel 2020, ora è un pezzo pregiato del mercato e pare possa rientrare anche negli interessi della Yamaha, visto che il posto nel team ufficiale di Akashi parrebbe, stando alle voci di corridoio, messo in
discussione dall’improvviso interesse della casa giapponese per Tito Rabat, in uscita dalla MotoGP. In casa Ducati la nota positiva è il ritorno di Davies, due volte secondo oltre che vincitore di Gara 2, che dimostra che esistono possibilità di vittoria anche al di fuori di Bautista, finora l’unico a far girare a dovere la complicata Panigale V4. Gli altri piloti di Borgo Panigale si sono visti poco, con Rinaldi non molto a suo agio sul toboga statunitense e Laverty ancora gravemente limitato dall’infortunio ai polsi rimediato ad Imola.

Poca gloria per la Yamaha e per Melandri, che in settimana ha annunciato il suo ritiro a fine stagione, ma che non è riuscito a tirare fuori granché da una R1 troppo scorbutica. Ancora disastrosa la situazione Honda. La casa dell’ala dorata sembra ormai allo sbando, preda di una Fireblade dalla quale non è più possibile spremere nulla e rassegnata ad aspettare la nuova moto, attesa per il 2020. Per la seconda volta consecutiva i vertici di Tokio hanno deciso di non sostituire l’infortunato Camier lasciando il solo Kiyonari in balìa delle onde. L’apporto del giapponese a Laguna Seca è stato praticamente nullo, visto che ha rimediato un solo punto in tre gare, trend che è perfettamente in linea con quanto mostrato nel resto della stagione, che lo vede ancora di 5 punti dietro proprio a Camier, malgrado quest’ultimo sia assente da ben cinque round.

Francesco De Giorgi 

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