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Ancelotti lavora ad un Napoli sempre più d’assalto

15/08/2019

Ancelotti lavora ad un Napoli sempre più d’assalto

Archiviato il ciclo delle amichevoli internazionali con il netto 0-4 incassato nel secondo confronto con il Barcellona, il Napoli torna al lavoro. Gli azzurri si ritrovano a Castel Volturno per riprendere gli allenamenti e iniziare il percorso di avvicinamento al primo impegno ufficiale della nuova stagione, l’esordio in campionato in programma sabato 24 al Franchi contro la Fiorentina. Fin dal termine della scorsa annata Ancelotti ha preannunciato il proposito di giocare un calcio ancora più offensivo, di grande intensità e aggressività che privilegi il controllo della partita attraverso il possesso palla senza tuttavia tralasciare la capacità di finalizzare l’azione verticalizzando la manovra. Riduttivo rinchiudere la proposta tattica del mister emiliano in un rigido schema numerico ma è doveroso, senza addentrarsi eccessivamente nei particolari, parlare di un atteggiamento diverso a seconda delle fasi di gioco.

Quando non è in possesso palla, la squadra si difende con un 4-4-2 che tiene le linee ben strette tra loro curando la distanza tra i reparti e cerca subito il ribaltamento dell’azione grazie al pressing. Quando recupera la sfera la compagine partenopea può scegliere di iniziare la costruzione della manovra da dietro uscendo dall’area in palleggio, scelta spesso adottata nel recente passato grazie al piede ben educato di Raul Albiol, o di affidare la palla a Zielinski, uomo sul quale al momento l’allenatore lavora con maggiore insistenza nel ruolo di metronomo, che sceglie l’opzione più adatta per orchestrare lo sviluppo della trama offensiva.

Rispetto alla precedente annata l’arrivo di Manolas e le notevoli qualità di recupero del greco abbinate a quelle di un fenomeno del calibro di Koulibaly concederanno ai partenopei la possibilità di tenere la linea arretrata ancora più alta, assumendo qualche rischio supplementare nelle ripartenze, così da riuscire a proiettare 6-7 elementi nell’area di rigore avversaria. L’accentramento dei due trequartisti esterni per creare la superiorità numerica tra le linee rende possibile la costante proiezione offensiva dei due terzini, la novità più significativa testata fin qui, che aumentano così l’occupazione del rettangolo verde in ampiezza. Se si considera il 4-2-3-1 come assetto di partenza bisogna però ribadire l’intelligenza tattica di un tecnico dell’esperienza e del carisma di Ancelotti che non esita a modificare la disposizione dei suoi nel momento in cui le esigenze dalla singola sfida lo richiedono. Se lo scorso anno l’adozione della difesa a tre con il terzino sinistro che si alzava sulla linea dei centrocampisti ha rappresentato una fondamentale variante nelle sfide contro le big nel girone di Champions sembra lecito attendersi qualche altra sorpresa soprattutto se dovesse concretizzarsi l’arrivo di un trequartista come James Rodriguez, elemento in grado di alzare in maniera significativa la qualità tecnica del roster e di ampliarne il ventaglio di opzioni tattiche disponibili. 

Andrea Addezio

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