Max Verstappen profeta in patria. Il ritorno della Formula 1 in Olanda a ben trentacinque anni dall'ultimo Gran Premio disputato è stata un tripudio orange grazie alle strepitose prestazioni del giovane asso della Red Bull, che ha portato a casa una gara vissuta tutta quanta sui nervi davanti a Hamilton e Bottas, col box Mercedes che, nel disperato tentativo di rovesciare le sorti della competizione, ha più volte tentato la carta a sorpresa finendo per creare un pericolosissimo corto circuito proprio nel finale di gara. Dopo aver spezzato la sequenza dei pit stop senza scalzare Verstappen dalla testa, il box della stella d'argento ha infatti richiamato per un cambio gomme Valtteri Bottas, quando ormai mancavano solo quattro passaggi alla fine. Il finlandese ha marcato subito il giro veloce togliendo di fatto il punto addizionale proprio a Hamilton, il quale è stato costretto a rientrare in extremis per calzare coperture fresche e riprendersi quel punticino che potrebbe contare tantissimo alla fine dei giochi.

Con il successo casalingo di oggi, Verstappen si è infatti ripreso la testa del mondiale, anche se per soli 3 punti sul britannico della Mercedes e, se il suo stato di forma dovesse restare così buono, sarà difficile stargli davanti nelle gare a venire, specie la prossima settimana a Monza, dove è in programma il secondo esperimento della gara di qualifica, che assegna anch'essa punti mondiali. Nel duello Red Bull-Mercedes sono però mancati i secondi. La squadra anglo-austriaca ha perso subito Perez, eliminato in Q1 in qualifica e poi partito dalla pit lane. Il messicano ha rimontato furiosamente fino ad un ottimo ottavo posto, ma non è servito alla causa del compagno di squadra esattamente come Bottas, terzo e mai in grado di inserirsi concretamente tra i primi due, nemmeno durante il valzer delle soste.

Ai piedi del podio ha concluso un ottimo Gasly, con una Toro Rosso in forma smagliante, mentre quinto ha finito Leclerc, che aveva illuso nelle prime prove ma poi ha dovuto piegarsi alla realtà di una Ferrari non perfetta sulle dune di Zandvoort. Il quinto posto del monegasco, assieme al settimo di Sainz, danno comunque ossigeno alla squadra del cavallino in ottica costruttori, visto che la McLaren è incappata in un weekend disastroso col solo Norris a punti, decimo. In mezzo alle due Ferrari si è piazzato un arrembante Alonso, che ha a lungo inseguito il connazionale del cavallino per infilzarlo quando mancavano pochissimi chilometri alla fine per prendersi la piazza numero sei. Il suo compagno di squadra Ocon si è dovuto accontentare della nona posizione appena più distante, dopo un inizio che sembrava preludere a ben altra gara.

Uno dei protagonisti di questo Gp è stato comunque il tracciato di Zandvoort, rivelatosi estremamente spettacolare nel suo layout nuovo per la Formula 1. L'incredibile sequenza di curve, molte delle quali sopraelevate e con un banking particolarmente spinto, ha fatto selezione forse più di quanto ci si attendesse, anche se la quasi totale mancanza di vie di fuga rende il tracciato meno sicuro di tanti altri circuiti e il disegno tormentato non offre troppi punti di sorpasso. Si è rivisto in pista per l'occasione Robert Kubica, salito sull'Alfa Romeo all'ultimissimo secondo. Per il polacco una gara onesta, conclusa senza danni al quindicesimo posto. Sfortunatissimo l'altro alfiere del biscione, il nostro Giovinazzi. Autore di una qualifica splendida, con un settimo tempo realizzato mostrando grandi qualità di guida, il pugliese è incappato in una partenza difficile ed è poi stato ricacciato indietro da una jellatissima foratura, capitatagli pochi giri dopo aver effettuato la prima sosta. Il tempo perso ed il traffico tra le vetture più lente lo ha ulteriormente frenato, ed il quattordicesimo posto finale non è certo un piazzamento che rispecchia quanto mostrato.

Francesco De Giorgi