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Napoli-Atalanta 2-3: bella gara degli azzurri ma alla fine la spuntano gli ospiti

04/12/2021

Napoli-Atalanta 2-3: bella gara degli azzurri ma alla fine la spuntano gli ospiti

Cambiano molti interpreti, e cambia anche il modulo per gli azzurri. Spalletti disegna un 3-4-2-1 con Malcuit e Rui esterni di centrocampo e Lozano-Elmas dietro Mertens. L'Atalanta propone Toloi titolare e Zappacosta sulla fascia con Mæhle sul lato opposto. Titolare in attacco come previsto, Zapata. In panchina quindi Muriel, come Ilicic e Pasalic.

Gli orobici puntano sulla palla lunga e la fisicità di Zapata che praticamente paga subito. Al 7' vince un corpo a corpo e tocca dietro, l'accorrente Malinovsky piazza l'1-0. I bergamaschi scelgono di fare difesa e contropiede, gli azzurri escono dalla difesa palla al piede e giocano con i brevilinei davanti. Occasionissima dove Lozano non arriva all'appuntamento col cross basso di Rui, ancora un tiro di Lozano facile da parare. Meglio gli azzurri in campo, tante interruzioni da parte degli uomini di Gasperini che non disdegnano di fare qualche fallo in più. Al 40' gran spunto di Malcuit, tocco all'indietro di Mertens, dopo il primo tiro deviato, con la sua solita freddezza Zielinski ribatte e pareggia i conti.

Il Napoli passa subito in vantaggio. Bergamaschi messi male dietro, lancio bellissimo di Malcuit, corsa e precisione per Mertens. Calano però gli azzurri che hanno pochi cambi, che intanto tardano e dopo un palo di testa di Zapata e un rigore revocato dal VAR, pareggiano con un bel gol in entrata di Demiral. Ancora fresca la Dea con qualche cambio già dentro, al 72' arriva anche il 2-3 di Freuler. Da lì gli azzurri sono tutto cuore, bene l'ingresso di Ounas, Malcuit tira da posizione impossibile ed è bravo Musso. Ancora bel gioco, soprattutto gli azzurri a farlo che sanno di meritare almeno un pari, dopo un tiro volante di Rui, respinta da pochi passi di Petagna, errore sotto porta e sconfitta finale. Il pubblico applaude la squadra azzurra, che avrebbe meritato il pareggio come risultato finale.

Vincenzo Capuano

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