Verstappen come Mansell nel 1989. Il giovane campione olandese ha compiuto sul tracciato di Budapest un'impresa del tutto simile a quella che il “Leone” fece oltre trent'anni fa alla guida della Ferrari, ossia vincere in rimonta da metà schieramento su un tracciato noto per la difficoltà nel sorpassare. Max aveva infatti accusato un problema tecnico nel Q3 che lo aveva costretto a saltare la sessione finale obbligandolo a partire dalla decima piazzola. Con una gara grintosa e tatticamente perfetta, l'olandese si è preso d'autorità l'ottava vittoria stagionale rafforzando ulteriormente la sua leadership iridata, qualora ce ne fosse stato bisogno. Verstappen ha compiuto un solo errore, un testacoda che lo aveva costretto a riprendersi il comando della gara ai danni di Leclerc, ma per il resto il suo rendimento è stato inappuntabile, perfettamente assistito da un box sempre sul pezzo.

L'impresa compiuta da Verstappen è di grandissimo valore, ma non si può non sottolineare che il box della rossa ha sbagliato tutto ciò che era possibile sbagliare riuscendo a rovinare completamente la gara a Leclerc richiamandolo troppo presto per la seconda sosta e facendogli calzare le gomme dure, totalmente inadatte alla bassa temperatura ed alla leggera pioggerellina che ha disturbato per gran parte della gara i piloti. Il monegasco è subito apparso in gravissime difficoltà, ha perso la posizione su Verstappen ed alla fine è stato nuovamente richiamato ai box quando era troppo tardi per calzare delle morbide, peraltro già usate in qualifica.

È apparsa più corretta la strategia applicata con Sainz, che ha atteso più a lungo con le gialle per poi calzare le rosse nella fase finale, ma comunque lo spagnolo non è riuscito a tenere il ritmo ed ha ceduto al ritorno di Hamilton. Visto il finale di gara, probabilmente sarebbe stato difficile per la Ferrari tenere la testa fino alla fine, ma sarebbe bastato osservare gli altri piloti in pista con le dure per capire quanto fossero poco competitive e quanto il loro utilizzo fosse subordinato ad una strategia ad una sola sosta. Un peccato enorme, perché il quarto posto di Sainz ed il sesto di Leclerc non rendono giustizia a quanto mostrato in pista da entrambi, specie dal monegasco che aveva effettuato un sorpasso su Russell di splendida fattura per rubargli la
leadership.

Il britannico della Mercedes aveva conquistato la sua prima pole in carriera compiendo un giro perfetto ed era stato molto efficace nella prima fase di gara, ma nel finale ha dovuto cedere anche al compagno Hamilton, accomodandosi comunque sul terzo gradino del podio alle sue spalle. “Hammer” ha compiuto a sua volta una splendida gara mettendo in mostra tutte le sue qualità, specie nella gestione delle gomme, e compiendo anch'egli una buona rimonta dalla settima posizione di partenza. Gara anonima ma concreta per la seconda freccia Red Bull.

Perez non ha infatti impressionato in alcuna fase di gara ma è riuscito comunque a cogliere il quinto posto, anche lui aiutato da una tattica ottimale. Settimo posto finale per Norris, che nelle prime fasi della competizione si è messo in grande evidenza nella top five, ma poi non ha potuto far altro che raccogliere il massimo possibile con una McLaren migliore che nelle ultime gare ma comunque lontanissima dalle vetture top. Ottavo Alonso, anche lui in grande evidenza davanti al suo compagno di squadra Ocon. Ultimo posto a punti per Sebastian Vettel. Il tedesco quattro volte iridato ha conquistato il piazzamento utile proprio nel finale di gara ai danni del compagno di squadra Stroll, beffato approfittando delle convulse fasi di doppiaggio. Per Vettel una piccola soddisfazione nel weekend in cui ha annunciato il suo ritiro alla fine della stagione. Con la gara ungherese la F1 andrà in vacanza fino a fine agosto, quando l'asfalto di Spa Francorchamps, l'anno scorso teatro di una minigara di soli due giri causa uragano, ospiterà le vetture della massima serie per il GP del Belgio.

Francesco De Giorgi