Come egli descrive nell’introduzione il romanzo nasce dall’esigenza di “dare voce”, di raccontare le storie di chi vive la propria esistenza pervasa di ansie, di disagi, di dolori, ma anche di passioni e di sogni, con progettualità a volte sorprendenti.

Un bel romanzo corale che si lascia leggere piacevolmente, catturando l’attenzione del lettore non solo e che induce a profonde riflessioni di chiunque si immerga nella narrazione; il libro riesce a commuovere per l’intensità che i vari personaggi trasferiscono nelle vicende toccanti, accarezzando la sensibilità di chi oggi si trova, impreparato, a vivere le incognite faticose della propria vita ma che di contro conducono, attraverso un ribaltamento emozionale, a nuove opportunità con la fede che i fallimenti possono diventare un inizio e non una fine, senza mai rassegnarsi .

La resilienza è così raccontata attraverso i protagonisti del romanzo, un po’ noir un po’ psicologico, il cui racconto fotografa i tormenti di scelte sbagliate, le difficili relazioni familiari, l’importanza dei legami riuscendo ad essere penetrante in ogni paragrafo dosando le giuste emozioni; il miracolo finale avviene proprio quando tutto sembra svanito.

Una luce ridisegna la strada di quelle vite sofferte con un nuovo sentiero ed è lì che i “cuori senza voce” trovano la voce della speranza, armonizzata tra sorprese, rivelazioni e nuove esplorazioni dell’animo.

Claudio d'Orlando